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Ott

Total Worker Health: l’approccio olistico che dà valore alla diversità

Il Total Worker Health unisce in modo integrato tutti gli aspetti connessi alla tutela della sicurezza, della salute e del benessere dei lavoratori, considerando gli aspetti fisici, mentali, emotivi e il relativo impatto sulla vita delle persone e sulla produttività aziendale. Si tratta di un approccio al tema della sicurezza che gli esperti non esitano a definire, giustamente, olistico. Se ne parlerà, attraverso un workshop organizzato da Inail, ad Ambiente Lavoro 2024.

Un breve approfondimento storico. ll TWH, sviluppato dall’agenzia di ricerca statunitense National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) dei Centers for Disease Control and Prevention, integra i programmi OSH (Occupational Safety and Health) e i programmi WHP (Workplace Health Promotion) come raccomandato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e come recepito, in Italia, anche dal Piano Nazionale Prevenzione 2020 – 2025 e dal Piano complementare PNRR.

Antonella Miccio, direttore sanitario (Area Sanitaria) del Centro Protesi di Budrio (Inail) parte proprio dalla forte impronta olistica del TWH per illustrare come, anche quando si tratta di operare non direttamente nel mondo del lavoro, ma nella sfera della riabilitazione, il modello risulta molto utile. Il fulcro del ragionamento è costituito proprio dal tema della diversità della condizione individuale e dal dato che ogni individuo può mirare ad incarnarla al meglio in ogni momento e fase della sua vita. La vecchia idea dell’organizzazione del processo produttivo si basava, al contrario, sull’omologazione degli individui, l’appiattimento su un solo parametro.
Oggi, invece, il tema della diversity sta entrando lentamente in molti piani di analisi, a cominciare dalla Medicina del lavoro fino alla stessa analisi del rischio.

“Noi abbiamo a che fare con lavoratori infortunati ai quali vogliamo restituire autonomia – sottolinea Miccio – ma si tratta di un percorso condizionato da tanti fattori e noi, stando al loro fianco per non tralasciare nulla, siamo coinvolti in modo quasi totale”. Un universo complesso, quindi, che, almeno nell’esperienza del Centro Protesi di Budrio di Inail, può essere approcciato a partire da tre filoni: benessere alimentare, attività motoria, stato psicologico. È mettendo insieme una ad una le tessere del puzzle che si scopre l’individualità, quindi, e il fatto che l’esperienza con la protesi è ogni volta diversa da soggetto a soggetto. Ed è attraverso questo percorso che si trasforma una disabilità in una risorsa. “Seguendo quindi il concetto di diversità come risorsa – sottolinea Miccio – si può arrivare a dire che una persona può lavorare meglio se si tiene conto delle sue specificità”.

Come si arriva da qui alla sicurezza sul lavoro? Sempre secondo gli esperti, il TWH rafforza i modelli di prevenzione e sicurezza organizzativa che privilegiano la relazione tra sfera privata e dimensione lavorativa per ridurre i rischi sul lavoro e fuori dal lavoro. Detta in poche parole, sia nella valutazione del rischio sia nell’analisi delle conseguenze che una certa tipologia di prestazione lavorativa può comportare per una determinata classe di individui entrano valutazioni sull’identità patologica individuale. Questo approccio può trasformare il luogo di lavoro da occasione che sottrae benessere al lavoratore a occasione che, invece, ne aggiunge. Il presupposto è che mantenere i lavoratori al sicuro è il fondamento su cui si ottiene la salute totale dei lavoratori e l’approccio TWH offre un modello, come detto, olistico per migliorare la sicurezza, la salute e il benessere della forza lavoro. Lo fa attraverso un’analisi integrata che dà priorità alla sicurezza e allo stesso tempo si impegna in altri sforzi sul posto di lavoro (ad esempio, progettazione di un lavoro sano, formazione e sviluppo dei dipendenti, sforzi di prevenzione di infortuni e malattie) per migliorare il benessere generale dei lavoratori. Ad esempio, ci sono fattori di rischio legati al lavoro per l’obesità, disturbi del sonno, malattie cardiovascolari, depressione e altre condizioni di salute come aggressioni e violenze.
Proprio considerando queste qualità trasversali è stato inserito nel Piano complementare Pnrr tra i 14 progetti nell’ambito salute, ambiente, biodiversità e clima, che hanno una dotazione di 21 milioni di euro. Da poco più di un mese è scaduto il termine per le manifestazioni di interesse.
Non a caso tra i soggetti ammissibili al finanziamento sono previste, al primo posto, proprio le ASL e le Aziende Ospedaliere, oltre, poi, a IRCCS, IIZZSS, Agenas, Inail, Regioni e Province autonome, a dimostrazione che nel comparto sanità occorre una particolare attenzione per i lavoratori, chiamati molto spesso a lavori stressanti o “usuranti”, come ha precisato il Ministro della Salute Roberto Speranza. Anche le Università, gli Enti di ricerca pubblici, gli Enti del terzo settore ed i soggetti privati che rispettano la normativa europea relativa agli aiuti di Stato, sono stati inclusi tra i soggetti candidabili.