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Apr

Stress da lavoro correlato, un importante documento di Inail per la valutazione dei rischi.

L’INAIL, attraverso un importante documento recentemente reso pubblico, ha arricchito la metodologia per la valutazione dello stress lavoro-correlato, integrando le linee guida del 2017 con strumenti utili per analizzare il rischio legato al lavoro da remoto e all’impatto delle tecnologie sul benessere dei lavoratori. C’è da dire infatti che Il D. Lgs. 81/2008, all’art. 28, obbliga il datore di lavoro a prendere in considerazione nella valutazione dei rischi tutti quelli potenzialmente presenti, tra cui anche lo stress legato al lavoro, e di aggiornare il documento in caso di modifiche organizzative impattanti sulla salute e sicurezza dei lavoratori. E l’INAIL si rivolge proprio alle aziende offrendo loro schede di valutazione e parametri di riferimento.

Come si legge in premessa: “Se le nuove forme flessibili di lavoro e l’adozione di tecnologie innovative nei contesti organizzativi costituiscono senza dubbio degli elementi positivi da incentivare per le ricadute sul benessere dei lavoratori e sulla competitività delle organizzazioni, al tempo stesso, tali aspetti possono comportare rischi psicosociali significativi per la salute, derivanti ad esempio dall’eccessiva connessione, dalla confusione dei confini tra lavoro e vita privata, dalla maggiore intensità di lavoro o dal cosiddetto tecnostress”.

Il documento INAIL, che fa riferimenti ampi alla letteratura internazionale (circa 68 studi) parte dalla constatazione che il cosiddetto lavoro da remoto ha comportato sul campo almeno quattro fenomeni che vanno colti:

  • iperconnessione,
  • complessità nella gestione dei gruppi di lavoro,
  • necessità di nuove competenze dei lavoratori,
  • abbattimento dei confini tra vita privata e vita lavorativa.

“L’impiego delle ICT può imporre ai lavoratori nuove aspettative – si legge nel documento – come il dover gestire un flusso crescente di informazioni in tempi sempre più ridotti e il dover essere costantemente connessi e disponibili nei confronti del lavoro. Questi fattori possono portare a una riduzione dei tempi di recupero e ad un’intensificazione del ritmo di lavoro, con effetti negativi sul benessere psicofisico”. Tra i rischi del lavoro da remoto, si segnalano “la difficoltà nel gestire le relazioni a distanza con i capi e i colleghi, con il conseguente rischio di isolamento sociale, l’inadeguato supporto tecnologico fornito e i confini sempre più sfumati tra i diversi ambiti della vita personale”.

I nuovi strumenti inseriti all’interno della metodologia sono:

  • nuovi indicatori indipendenti, specifici per valutare gli effetti del lavoro da remoto e dell’innovazione tecnologica in fase preliminare;
  • introduzione di nuovi item nel questionario come strumento indicatore per la valutazione approfondita;
  • sviluppo di schede di supporto sia per condurre i focus group ed approfondire i risultati della valutazione sia per supportare il gruppo di gestione nell’individuazione di misure correttive e/o di miglioramento.

C’è da aggiungere, infine, che le schede proposte da INAIL sono il risultato delle valutazioni fatte su un campione di oltre 19.000 lavoratori afferenti ad aziende del terziario avanzato, “contesti organizzativi in cui il lavoro da remoto e le ICT costituiscono aspetti consolidati dei processi lavorativi”.

Le organizzazioni interessate potranno sfruttare questa metodologia come un’opportunità per affrontare i cambiamenti organizzativi con strumenti aggiornati, senza stravolgere l’impianto valutativo già in uso.