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Apr

Strage di Suviana, ancora in attesa della chiusura delle indagini. Filctem-Cgil: “Capire cosa è accaduto per evitare altri episodi del genere”

È passato ormai un anno dalla strage di Suviana e la fase delle indagini non è ancora conclusa.

Tra i sindacati e i parenti delle sette vittime e degli otto feriti c’è molta sorpresa, se non vera e propria angoscia. Come è possibile? Sembra che l’ostacolo maggiore sia lo svuotamento dei piani sotterranei interessati dall’invasione dell’acqua. È da lì che dovrà partire la ricostruzione di quanto è realmente accaduto. I legali dei famigliari propongono di procedere, intanto, con quanto repertato e acquisire altre prove derivanti dalle riprese video.

Stefania Pisani, segretaria generale della Filctem Cgil di Bologna, ricorda a tutti come quella tragedia abbia colpito un settore considerato tra i più sicuri e sindacalmente presidiati, mettendo in luce un cambiamento profondo nel sistema produttivo ed economico italiano. “Capire cosa è accaduto – dice – è importante affinché simili tragedie non si ripetano”.

È la catena degli appalti e delle esternalizzazioni a finire sotto accusa, come ormai si verifica con sempre maggiore frequenza. La tragedia è avvenuta in un momento di vertenza con Enel, durante la quale i lavoratori denunciavano già i pericoli connessi all’esternalizzazione di competenze strategiche: più dell’80% dei lavoratori aveva partecipato a uno sciopero pochi giorni prima dell’incidente, proprio per lanciare l’allarme sulla sicurezza. Si notavano segnali precisi in un settore molto delicato: squadre quasi sempre incomplete per mancanza di organico, tempi di lavoro molto veloci, manutenzioni diradate.
Pisani denuncia il rischio crescente causato dalla perdita di professionalità interne e dalla pratica di richiamare in servizio, tramite consulenze, lavoratori già in pensione. Una dinamica che, secondo il sindacato, finisce per minare l’intera filiera della sicurezza industriale. Non a caso tra le vittime dell’esplosione della centrale idroelettrica ci sono due lavoratori già posti in quiescenza.

Ma nella drammatica storia di Bargi c’è anche dell’altro, come i progressivi disinvestimenti delle aziende del settore, preoccupate delle incertezze legate alle scadenze delle concessioni idroelettriche, trasferite alle Regioni con la legge del 2018. “Quando tali concessioni andranno a gara – dice Ilvo Sorrentino, segretario nazionale della Filctem – non saranno previste né garanzie sugli investimenti né tutele occupazionali. E stiamo parlando degli impianti più vecchi d’Italia”. Senza contare che i buchi nella normativa creano di fatto una giungla. I controlli mancano. E anche se dovessero essere potenziati si correrebbe il rischio di non appurare bene il profilo dell’illegalità perché, è sempre il sindacato a denunciarlo, il maquillage è di alta scuola. Pisani ribadisce l’urgenza di una verità rapida e completa su quanto accaduto, sottolineando come la questione non sia solo tecnica, ma profondamente politica e sociale: “I tempi della verità non sono un dettaglio, sono una questione di dignità”. Vi costituirete parte civile? “Abbiamo intenzione di farlo – risponde Pisani – ma prima aspettiamo la conclusione delle indagini”. Per il momento i reati ipotizzati sono disastro colposo, omicidio plurimo e lesioni gravi.