17

Apr

Sicurezza sul lavoro e ispezioni: il rebus dei numeri.

Qualche giorno fa sono usciti, firmati dall’Inl, i dati delle ispezioni su salute e sicurezza sul lavoro. Nel corso del 2024 ci sono stati 158.069 interventi ispettivi di cui 139.680 le ispezioni avviate nell’ambito della vigilanza sul lavoro, con un aumento del 59% rispetto al 2023. Il dato complessivo degli accessi ispettivi effettuati da INL, INPS e INAIL è in crescita del 42% rispetto all’anno precedente. A preoccupare, e non poco, è che il contrasto al lavoro irregolare ha accertato che nel 74% delle ispezioni si sono rilevate violazioni. Intanto, Il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha approvato, con Decreto Ministeriale n. 195/2024, il primo Piano integrato per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Tra le numerose iniziative, è prevista una campagna straordinaria di vigilanza nel 2025 – denominata Operazione STOP – della durata di due mesi e con almeno 2.500 ispezioni mirate, in settori produttivi ad alto rischio.
Di fronte ai numeri delle ispezioni già effettuate le reazioni delle maggiori organizzazioni sindacali sono state di segno nettamente opposto. Mentre la Cisl, per bocca di Mattia Pirulli, li “accoglie positivamente”, la Cgil mette l’accento sulla crescita delle irregolarità e sul fatto che quei numeri così alti nelle ispezioni raccontano la quantità e non la qualità delle ispezioni stesse. La Cgil, poi, evidenza l’aspetto della collaborazione tra enti, che continua ad essere una chimera per tutto il sistema. “Bisogna rafforzare e rendere operativi – si legge in un comunicato firmato dalla segretaria confederale Maria Grazia Gabrielli – strumenti come l’interoperabilità delle banche dati e il portale del lavoro sommerso, ancora non attivo, l’attivazione dei team specialistici per rafforzare realmente il presidio del territorio”.
Intanto, da più parti si solleva il sospetto che uno degli strumenti messi in campo da qualche mese, come la “Patente a crediti” si stia risolvendo in un flop. “Pochissime le infrazioni registrate e poco più del 2% di controlli in 5 mesi, mentre si assiste a una dolorosa e insopportabile impennata di stragi di lavoratori, in troppi settori, con un aumento a gennaio del +36,4% rispetto a gennaio 2024, secondo i dati INAIL”, scrive Roberto Cervellini di Cande (Class action nazionale dell’edilizia, con 250 imprese associate).
Sulla Patente a crediti, in una recente comunicazione la ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, ha reso noto che “fino al 28 di febbraio sono state emesse 432.649 patenti. Nell’ambito della vigilanza ispettiva che ha fatto l’Ispettorato nazionale del Lavoro tra ottobre e gennaio ci sono stati 5.692 accessi”, a seguito dei quali “sono state contestate solo 8 violazioni per mancanza di patente e non sono state effettuate revoche di patente. Vuol dire che il messaggio è arrivato e sta arrivando”. In una interrogazione rivolta proprio alla ministra del Lavoro, l’onorevole Chiara Gribaudo sottolinea che “il numero di accessi ispettivi al gennaio 2025 (5.692) appare estremamente esiguo rispetto al numero di patenti emesse (432.649), rappresentando appena l’1,3 per cento delle imprese dotate di patente”. Non solo, c’è da tener conto che il numero delle imprese edili in Italia è per lo meno il doppio rispetto alle patenti emesse.
Insomma, i conti non tornano: se la percentuale di irregolarità (pur sempre plurisettoriale e a campione) è quella, altissima, documentata dall’Inl come può poi risultare che in edilizia tutto procede normalmente?