Dares, l’organismo statistico francese in uno studio pubblicato il 2 maggio si chiede se “i dipendenti del settore privato sono informati dei rischi legati alla loro attività professionale e beneficiano di misure di prevenzione”. No, è la risposta. Il 52% dei dipendenti è esposto in maniera “elevata o molto elevata” a fattori di disagio fisico e, tra questi, solo il 46% dichiara di aver ricevuto, negli ultimi dodici mesi, informazioni relative ai rischi che lavoro rappresenta per la loro salute o sicurezza. Un tasso che varia a seconda del settore di attività e della dimensione dello stabilimento. I meno informati lavorano nei servizi, soprattutto in piccole imprese, e nella maggior parte dei casi sono donne.
Quando lo sono, i dipendenti affermano di essere informati principalmente dal loro datore di lavoro. “Questa osservazione è anche coerente con il quadro giuridico previsto dal codice del lavoro”, precisa Dares. La metà delle aziende, invece, non mantiene aggiornato il documento unico di valutazione dei rischi professionali (DUERP). Per quanto riguarda la medicina del lavoro, contrariamente alla sua missione di prevenzione, non sembra essere nella posizione adatta per svolgere questo ruolo poiché solo un terzo dei dipendenti afferma di aver ricevuto informazioni attraverso questo canale. La spiegazione sta nel numero insufficiente di medici del lavoro e, di conseguenza, nel calo delle visite mediche.
A questo gap informativo si aggiunge quello formativo: dopo aver valutato i rischi professionali a cui possono essere esposti i propri dipendenti, il datore di lavoro deve attuare azioni preventive, ma solo poco più di un terzo dei dipendenti (35%) afferma di aver ricevuto una formazione sulla sicurezza dalla società negli ultimi dodici mesi.
Le altre fonti di informazione sui rischi professionali sono colleghi, rappresentanti del personale e delegati sindacali (per il 52% degli intervistati). “A parità di dimensione di stabilimento, settore di attività, livello di esposizione e caratteristiche socio-demografiche, i dipendenti sono leggermente più spesso informati sui rischi professionali in presenza di organi di rappresentanza del personale e beneficiano più frequentemente di misure di prevenzione”, conclude Dares.
(Tratto da https://www.syndicalismehebdo.fr/, Claire Nillus)