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Il Governo incrementa l’organico degli ispettori.

La promessa dichiarata dal Governo è di avere 1600 ispettori del lavoro in più. Il comparto ha estremamente bisogno di uomini e mezzi, tanto più che il Pnrr prevede non solo un maggior numero di controlli, ma anche una considerevole trasparenza delle imprese.

Numeri alla mano, al 31 dicembre scorso gli ispettori INL erano 3.222, di cui 877 tecnici, ma viste le carenze anche nell’organico amministrativo e le conseguenti incombenze per gli ispettori, quelli che davvero escono per le ispezioni non sono più di duemila, su tutto il territorio nazionale. E questo vuol dire che un’azienda in teoria potrà essere controllata una volta ogni dieci o quindici anni.

Secondo la Fp Cgil, sindacato della Funzione pubblica che ha al suo interno una rappresentanza degli ispettori del lavoro, le indicazioni che arrivano dal governo sui numeri dei futuri incrementi sono “non corrispondenti alla realtà”. Innanzitutto, perché i concorsi che hanno portato all’ingresso di circa 800 ispettori del lavoro e circa 600 ispettori tecnici sono il frutto del lavoro del precedente Governo, mentre l’attuale ha previsto solo un incremento di 250 unità per gli ispettori tecnici, che porterà ora all’espletamento di un concorso per 760 ispettori. Gli altri 500, però, arrivano dalle rinunce fatte dai vincitori dell’altro concorso. Rinunce, va detto, a fronte di una retribuzione non adeguata e di scarsa appetibilità in termini di collocazione territoriale. Ecco perché, ed è questa un’altra novità, il nuovo concorso sarà su base regionale.

Intanto, un emendamento al decreto Agricoltura, che ha ricevuto pochi giorni fa un primo via al Senato, ha autorizzato Inps e Inail ad assumere 514 nuovi ispettori da destinare alla lotta al caporalato e al lavoro sommerso.
Ma nella critica del sindacato degli ispettori Inl c’è dell’altro. Il personale, per esempio, non ha un software per l’elaborazione delle buste paga “e deve fare calcoli a mano o chiedere ad altri soggetti il favore di elaborare una busta paga per poter tutelare i lavoratori”. Anche il raddoppio dei controlli “tanto sbandierato, nasconde un’altra triste verità”: per aumentare il numero dei controlli, infatti, occorre andare velocissimi con le procedure, e questo impedisce di fatto agli ispettori di indagare a fondo i fenomeni di illegalità. Un’indagine su un maxi cantiere come quello di Firenze, ad esempio, con decine e decine di aziende impegnate, “richiede mesi di indagine, per ricostruire la catena di comando e verificare la presenza di appalti illeciti o forme di caporalato”. Così accade che gli ispettori siano costretti a fare numero, andare presso piccole o piccolissime imprese, per trovare qualche lavoratore in nero, mettendo da parte le ispezioni più lunghe e complesse, “perchè non sono in linea con la corsa ai numeri”, conclude Fp Cgil. Del resto, il Pnrr pretende ispezioni raddoppiate entro il 2026. E quindi, seguendo questo criterio, non osservando il quale si rischia la perdita delle risorse, vengono selezionate preventivamente anche le tipologie di violazioni. Risultato, gli ispettori si presentano con maggior frequenza proprio presso le piccole e piccolissime imprese in cui le procedure di controllo sono più rapide e in quanto a “ciò che c’è da scoprire si va a colpo sicuro”.