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Dpi: sentenza confermativa in sede di appello sulla responsabilità del lavaggio dei dispositivi

Il lavaggio dei Dpi è un obbligo per i datori di lavoro. E dovranno risarcire i dipendenti che hanno provveduto al lavaggio degli indumenti protettivi riconoscendo loro anche gli arretrati fino a 10 anni. È, in sintesi, il pronunciamento della Corte d’Appello di Milano che lo scorso 20 marzo ha confermato la Sentenza n. 300/2024 del Giudice del lavoro di Busto Arsizio che aveva accolto il ricorso presentato da 10 lavoratori di Aviapartner di Malpensa (assistiti dal sindacato Cub-Trasporti).
Sull’obbligo da parte dei datori di lavoro a proposito del trattamento e del lavaggio dei Dpi ci sono svariate sentenze, a partire da un pronunciamento della Corte di Cassazione. Nel luglio del 2023 la Cassazione, in un’ordinanza, ha affermato che il lavaggio dei Dpi è indispensabile per mantenere gli indumenti in stato di efficienza e, pertanto, detta operazione rientra tra le misure necessarie per la sicurezza e la salute dei lavoratori che il datore è tenuto ad adottare.
Nel caso della sentenza della Corte d’Appello di Milano, ai ricorrenti sono stati riconosciuti gli arretrati da 3000 a oltre 8.000 euro ciascuno, per l’omesso lavaggio, nel corso degli anni, da parte aziendale dei Dispositivi di Protezione Individuale che sono stati consegnati ai lavoratori con l’obbligo di indossarli durante l’attività lavorativa.
Tornando alla sentenza della Cassazione occorre sottolineare che per la Cassazione la nozione legale di Dispositivi di Protezione Individuale non deve essere intesa come limitata alle attrezzature appositamente create e commercializzate per la protezione di specifici rischi alla salute in base a caratteristiche tecniche certificate. Per la sentenza, infatti, detta nozione va riferita a qualsiasi attrezzatura, complemento o accessorio che possa in concreto costituire una barriera protettiva, sia pure ridotta o limitata, rispetto a qualsiasi rischio per la salute e la sicurezza del lavoratore, in conformità con l’art. 2087 c.c. Secondo i Giudici di legittimità, il datore è, quindi, tenuto non solo a fornire i suddetti indumenti ai dipendenti, ma anche a garantirne l’idoneità a prevenire l’insorgenza e il diffondersi di infezioni provvedendo al relativo lavaggio.
Il mercato globale dei dispositivi di protezione individuale (DPI) è in forte espansione, destinato a raggiungere un valore di oltre 128 miliardi di dollari entro il 2030, secondo le stime di Grand View Research. La pandemia di COVID-19 ha accelerato notevolmente questa crescita, spingendo settori come quello sanitario, militare e delle forze dell’ordine a incrementare la domanda di Dpi, in particolare mascherine, guanti e camici. Tuttavia, il fattore trainante più significativo è l’accresciuta consapevolezza dei lavoratori in materia di sicurezza, in particolare nel settore del cleaning professionale. La diffusione del virus ha reso evidente l’importanza di proteggersi sul luogo di lavoro, portando a un cambio di mentalità diffuso.