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Set

Digitale e scuola, i rischi per il personale docente

Il 2025 sarà l’anno europeo dell’educazione alla cittadinanza digitale. L’iniziativa, partita un anno fa nel corso della conferenza tenutasi a Strasburgo dai ministri dell’istruzione dei Paesi membri del Consiglio d’Europa, mira anche a raccogliere e divulgare informazioni sulle competenze, sui metodi (in particolare quelli innovativi) e sugli strumenti utilizzati per l’insegnamento e l’apprendimento dell’educazione alla cittadinanza digitale, inclusi quelli sviluppati nell’ambito di altre iniziative internazionali.
Dall’altra parte, come ricorda l’Agenzia europea Eu-Osha, i continui progressi delle nuove tecnologie e l’estendersi della connettività anche nel mondo dell’istruzione possono far emergere rischi di un certo rilievo in grado di impattare negativamente sulla salute e la sicurezza degli insegnanti e delle altre figure che agiscono nel mondo della scuola. Le tecnologie, in particolare quelle basate sull’IA, secondo Eu-Osha possono, sì, ridurre il carico di lavoro degli insegnanti, semplificare la pianificazione delle risorse e migliorare la precisione delle valutazioni ma comportano anche rischi come il sovraccarico cognitivo e la perdita di competenze.

Su questi temi c’è da tener conto di alcuni contributi interessanti pubblicati da un docente, Valerio Frioni, che da anni si occupa di sicurezza sul lavoro come RSPP, consulente e formatore. In particolare, “Insegnanti ed infortuni sul lavoro: rischi emergenti” in cui focalizza le conseguenze della grande diffusione, e spesso uso improprio, degli smartphone da parte degli studenti, con attenzione anche alla prevenzione e ai profili di responsabilità in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Frioni ha recentemente pubblicato un articolo di sintesi delle sue ricerche su www.puntosicuro.it in cui mette in evidenza alcuni aspetti interessanti: proprio sui pericoli per la salute e la sicurezza degli insegnanti derivanti dall’uso dei dispositivi elettronici in classe:

  • aumento del carico di lavoro, costretti, unitamente al proprio compito didattico-educativo, ad un maggiore richiamo all’attenzione dei loro discenti;
  • aggiunta di un fattore di stress persistente nella gestione dell’aula;
  • violazione della privacy, diffamazione sui social-network, cyber-bullismo, causati da un utilizzo improprio degli smartphone da parte degli studenti.

Frioni elenca anche i possibili danni: a cominciare dallo stress e dalle eccessive sollecitazioni “che possono contribuire a determinare condizioni di depressione o burnout” alle maggiori sollecitazioni sulle corde vocali fino al “danno d’immagine, biologico, morale-esistenziale e di reputazione nei casi di utilizzo non consentito dello smartphone da parte degli studenti”.
A questo punto la parola passa ai dirigenti scolastici e al ruolo che devono svolgere nell’aggiornamento del Dvr. Frioni nel suo articolo ricorda anche episodi di cronaca in cui il ruolo di un uso improprio ed eccessivo degli smartphone ha causato danni diretti e indiretti ai docenti. E, in conclusione, cita anche l’articolo 40 del Codice penale (ripreso da numerose sentenze della Suprema Corte) in cui si parla di meccanismo reattivo la cui mancanza nella responsabilità dei datori di lavoro può essere imputata. Cosa si intende con il “meccanismo reattivo”? “Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”.