La Lega italiana per la lotta contro i tumori, insieme a Fondazione Bignaschi e in collaborazione ad ATS Brianza, ha indagato l’esposizione a comportamenti e stili di vita dannosi per la salute fisica e mentale dei lavoratori e delle lavoratrici impiegati in occupazioni logoranti nel territorio milanese e brianzolo, presentando i dati.
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Ciclo-fattorini, una circolare del ministero del Lavoro per una migliore tutela
Il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato la circolare n. 9 del 18 aprile 2025, con la quale fornisce indicazioni in merito a una ricognizione delle effettive modalità lavorative nel settore dei ciclo-fattorini delle piattaforme digitali.
“È necessario garantire, in ogni caso, ai lavoratori, un adeguato contenuto di tutela, a prescindere dalla tipologia contrattuale con la quale è stipulato il rapporto di lavoro, nella consapevolezza della insufficienza dei tentativi di esclusiva riconduzione forzosa al rapporto di lavoro subordinato”.
Amazon, sciopero per la Sicurezza sul lavoro
Nei giorni scorsi i corrieri Amazon hanno incrociato le braccia per 24 ore, bloccando le consegne in tutta Italia.
Lo sciopero, proclamato da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, riguarda i lavoratori dell’’ultimo miglio’ e nasce con motivazioni legate all’interruzione della trattativa sul contratto nazionale di secondo livello e, oltre agli aumenti salariali legati alle trasferte e a una riduzione strutturale dell’orario, rivendica più tutele sulla sicurezza, inclusa la sospensione delle consegne in caso di allerta meteo rossa.
Studio Inail-Cnr sul cambiamento climatico: oltre 4.000 infortuni l’anno in logistica, edilizia e agricoltura
È stato pubblicato su Environmental Research, rivista scientifica punto di riferimento internazionale per le tematiche ambientali e sanitarie, uno studio congiunto di INAIL e CNR sull’impatto del cambiamento climatico sulla salute e sicurezza sul lavoro.
I ricercatori del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail e dell’Istituto per la BioEconomia del CNR hanno presentato risultati innovativi sull’influenza delle temperature estreme sul rischio di infortunio, sulla produttività aziendale e sui costi assicurativi correlati.
È stato possibile stimare che il caldo estremo sia responsabile di oltre 4.000 infortuni all’anno, con un impatto particolarmente rilevante nei settori dell’agricoltura, edilizia e logistica.
Marche, secondo la Cgil (dati Inail) nella sicurezza sul lavoro incidono l’età e il genere
La Cgil, sulla base dei dati Inail sugli infortuni raccolti tra gennaio e febbraio 2025, ha elaborato un focus sulla Regione Marche, scoprendo che genere, età e settore incidono sulla sicurezza e la salute dei lavoratori, in particolare quelli del settore delle costruzioni.
Rispetto allo stesso periodo del 2024 (2.487 infortuni) le denunce sono passate a 2.514 (+1,1%), valore in controtendenza rispetto a quello medio del Paese (-3,4%). La provincia più colpita è Macerata, dove si registra un + 13,3% , seguita da Fermo con +5,5%, e Ascoli Piceno con +1,9%.
Nell’incremento registrato, le donne sono le più colpite, +2,4%, quindi gli over 60, +17,2%. Il settore chimico segna l’aumento maggiore, con +52,5% di infortuni.
L’INAIL, attraverso un importante documento recentemente reso pubblico, ha arricchito la metodologia per la valutazione dello stress lavoro-correlato, integrando le linee guida del 2017 con strumenti utili per analizzare il rischio legato al lavoro da remoto e all’impatto delle tecnologie sul benessere dei lavoratori. C’è da dire infatti che Il D. Lgs. 81/2008, all’art. 28, obbliga il datore di lavoro a prendere in considerazione nella valutazione dei rischi tutti quelli potenzialmente presenti, tra cui anche lo stress legato al lavoro, e di aggiornare il documento in caso di modifiche organizzative impattanti sulla salute e sicurezza dei lavoratori. E l’INAIL si rivolge proprio alle aziende offrendo loro schede di valutazione e parametri di riferimento.
Come si legge in premessa: “Se le nuove forme flessibili di lavoro e l’adozione di tecnologie innovative nei contesti organizzativi costituiscono senza dubbio degli elementi positivi da incentivare per le ricadute sul benessere dei lavoratori e sulla competitività delle organizzazioni, al tempo stesso, tali aspetti possono comportare rischi psicosociali significativi per la salute, derivanti ad esempio dall’eccessiva connessione, dalla confusione dei confini tra lavoro e vita privata, dalla maggiore intensità di lavoro o dal cosiddetto tecnostress”.
Il documento INAIL, che fa riferimenti ampi alla letteratura internazionale (circa 68 studi) parte dalla constatazione che il cosiddetto lavoro da remoto ha comportato sul campo almeno quattro fenomeni che vanno colti:
- iperconnessione,
- complessità nella gestione dei gruppi di lavoro,
- necessità di nuove competenze dei lavoratori,
- abbattimento dei confini tra vita privata e vita lavorativa.
“L’impiego delle ICT può imporre ai lavoratori nuove aspettative – si legge nel documento – come il dover gestire un flusso crescente di informazioni in tempi sempre più ridotti e il dover essere costantemente connessi e disponibili nei confronti del lavoro. Questi fattori possono portare a una riduzione dei tempi di recupero e ad un’intensificazione del ritmo di lavoro, con effetti negativi sul benessere psicofisico”. Tra i rischi del lavoro da remoto, si segnalano “la difficoltà nel gestire le relazioni a distanza con i capi e i colleghi, con il conseguente rischio di isolamento sociale, l’inadeguato supporto tecnologico fornito e i confini sempre più sfumati tra i diversi ambiti della vita personale”.
I nuovi strumenti inseriti all’interno della metodologia sono:
- nuovi indicatori indipendenti, specifici per valutare gli effetti del lavoro da remoto e dell’innovazione tecnologica in fase preliminare;
- introduzione di nuovi item nel questionario come strumento indicatore per la valutazione approfondita;
- sviluppo di schede di supporto sia per condurre i focus group ed approfondire i risultati della valutazione sia per supportare il gruppo di gestione nell’individuazione di misure correttive e/o di miglioramento.
C’è da aggiungere, infine, che le schede proposte da INAIL sono il risultato delle valutazioni fatte su un campione di oltre 19.000 lavoratori afferenti ad aziende del terziario avanzato, “contesti organizzativi in cui il lavoro da remoto e le ICT costituiscono aspetti consolidati dei processi lavorativi”.
Le organizzazioni interessate potranno sfruttare questa metodologia come un’opportunità per affrontare i cambiamenti organizzativi con strumenti aggiornati, senza stravolgere l’impianto valutativo già in uso.
Se guardiamo alla sicurezza sul lavoro nel contesto globale i dati sono sconfortanti. L’Ilo documenta che sono quasi tre milioni (2,93) le persone che muoiono sul lavoro nel mondo ogni anno, un decesso ogni quindici secondi. E sono quasi quattrocento milioni (395) quelli che hanno subìto un infortunio sul lavoro. Secondo un recente approfondimento a firma di Gallup, quasi 1 dipendente su 5 (18%) nel mondo afferma di aver subito personalmente gravi infortuni sul lavoro negli ultimi due anni.
Su scala mondiale si assiste a scenari contrastanti.
Nei paesi asiatici aumenta la consapevolezza. È il caso di Singapore, dove attraverso una combinazione di rigide norme di sicurezza, applicazione efficace degli interventi correttivi, campagne di sensibilizzazione e un’attenzione al benessere dei lavoratori si è riusciti a invertire il trend. Nonostante una battuta di arresto nel 2024, Singapore resta uno dei Paesi con il più basso tasso di infortuni mortali sul lavoro, 1,2 in media su tre anni, subito dopo Paesi Bassi (0,3), Regno Unito (0,4), Svezia (0,7) e Germania (0,8).
Secondo Yahoo Finance, sulla base di un sondaggio che ha coinvolto migliaia di lavoratori tra USA e Regno Unito, circa 4 dipendenti su 10 sono convinti che la sicurezza non sia una priorità assoluta per i propri datori di lavoro.
Secondo un’indagine di portata europea, effettuata da New Civil Engineer, che focalizza l’attenzione sui professionisti dell’industria edile, solo il 37% dei lavoratori di questo settore si sente completamente al sicuro all’interno dei cantieri. La ricerca ha coinvolto oltre 3mila lavoratori edili presenti in 14 paesi, tra cui l’Italia.
Sempre a livello europeo colpisce il risultato di un altro recente studio, realizzato da Zebra Technologies, secondo cui oltre il 70% degli operatori in prima linea nella logistica è preoccupato per il rischio di infortuni nei magazzini.
Secondo molti esperti i rischi si possono arginare con un uso massiccio dell’AI. Quello che si percepisce, però, è che c’è in queste affermazioni troppo ottimismo. Anche perché l’interazione uomo-macchina è appena agli albori per quanto riguarda l’integrazione con l’AI, soprattutto quella generativa e tutto è ancora da sperimentare.
Infine, le ultime notizie che arrivano dagli Usa non sono per niente incoraggianti. È di pochi giorni fa la protesta dei Sindacati a Chicago per i tagli imposti dal presidente Trump all’apparato pubblico e per le forti ripercussioni che questi avranno su salute e sicurezza sul lavoro. Trump ha infatti recentemente licenziato circa 850 dei 1.000 dipendenti del National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH). I licenziamenti avranno un impatto negativo sui programmi del NIOSH, come il registro dei tumori dei vigili del fuoco e un laboratorio che certifica i respiratori.
Sul nuovo schema, frutto dell’accordo in Conferenza Stato-Regioni, a proposito della formazione abbiamo raccolto il parere di Nunzio Leone, componente il Comitato Tecnico scientifico di Assidal.
L’accordo in sede di Conferenza Stato Regioni sulla formazione è stato un passaggio tanto atteso che finalmente si concretizza. Un primo commento?
Ricorderemo nei prossimi anni la data del 17 aprile 2025, giornata in cui la CSR (Conferenza Stato-Regioni) ha sancito l’Accordo idoneo a definire quanto previsto all’art. 37, co. 2 del TUS (d.lgs. 81/08) di cui alla l.215/21 (di conversione del d.l. Luana) che definisce durata, contenuti minimi e modalità della formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro. L’Accordo costituisce un caposaldo, rappresenta un passo significativo verso l’armonizzazione e l’aggiornamento della formazione obbligatoria per le figure chiave del sistema di prevenzione aziendale, i lavoratori, i preposti, i dirigenti e la novità lungamente attesa: i datori di lavoro.
L’Accordo adottato in CSR abrogherà tutti i precedenti Accordi: l’Accordo Stato Regioni del 2011 relativo alla formazione dei lavoratori, preposti, dirigenti e datori di lavoro Rspp, l’Accordo Stato Regioni del 2012 relativo alla formazione degli addetti incaricati all’uso di attrezzature pericolose, l’Accordo interpretativo del 25/07/2012 e l’Accordo del 2016 relativo alla formazione degli Rspp e Aspp.
Quali le novità sostanziali introdotte?
Esordirei con la formazione dei datori di lavoro, il nuovo paradigma su cui saremo impegnati, poi la formazione dei Coordinatori per la sicurezza nei cantieri temporanei e mobili (CSP e CSE), quella per i datori di lavoro e dirigenti delle imprese affidatarie nei cantieri mobili e temporanei, per i soggetti operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (D.P.R. 177/2011), per gli operatori addetti all’uso di attrezzature di lavoro per cui è richiesto il ‘patentino’ (con ampliamento delle tipologie rispetto all’elenco previsto dal D.Lgs. 81/2008, art. 73 e Accordo 22/02/2012). Trattandosi di formazione obbligatoria, impegnerà tutte le aziende a adeguarsi ai nuovi obblighi, con alcune introduzioni rilevanti, come corsi dedicati a specifici ambiti di rischio. Rispetto al passato, infine, l’Accordo non indica più il termine di 60 giorni per completare la formazione dei lavoratori.
C’è da dire che sulla formazione si è fatto molto.
Viene introdotta in modo formale la possibilità della formazione in videoconferenza FAD sincrona per taluni corsi. L’Accordo introduce modalità standardizzate per la verifica finale dell’apprendimento, assicurando che i partecipanti abbiano acquisito le competenze necessarie. In tutti i corsi di formazione deve essere predisposto e archiviato un “Verbale delle verifiche finali”, su supporto cartaceo o elettronico, per il quale l’accordo indica gli elementi minimi. Viene ridotto anche il numero massimo di partecipanti al corso a livello teorico (da 35 a 30), mentre a livello pratico si conferma il rapporto 1:6. Sono previste misure per il monitoraggio dell’applicazione dell’Accordo e per il controllo delle attività formative, al fine di garantire la qualità e l’efficacia della formazione erogata.
Possiamo annotare che siamo di fronte ad un momento davvero prezioso per l’evoluzione culturale della prevenzione e che l’Accordo del 17 aprile 2025 costituisce un’opportunità per una svolta nella qualità e nella coerenza del sistema formativo nazionale in materia di sicurezza, al di là dei suoi stessi contenuti, favorendo l’effettività degli obblighi formativi, la responsabilizzazione dei soggetti aziendali e l’integrazione della formazione nei sistemi organizzativi e nei modelli di gestione.
Attraverso la formazione aiuteremo la prevenzione, daremo ad essa una forma e favoriremo comportamenti virtuosi in imprese che adottando il lavoro sicuro e dignitoso. Queste potranno svolgere la loro funzione produttiva, ma anche educativa, nel senso che tutti i soggetti che compongono la struttura organizzativa delle imprese, a cominciare dai datori di lavoro, apriranno le porte alle conoscenze e alle modalità attraverso le quali evitare il rischio, che è stato valutato in sede di DVR ed allontanare le cause che generanno infortuni o malattie professionali.
È ancora presto per ragionare di modifiche, ma in quali punti si potrebbe aprire la possibilità di inserire miglioramenti?
Aspettiamo che la novità dell’Accordo CSR dispieghi i suoi effetti poi vedremo e spero che oltre ai controlli sulla legalità e sugli aspetti repressivi della vigilanza, possa fiorire il sentimento della premialità rispetto ai comportamenti virtuosi.
Lo studio pubblicato su Industrial Marketing Management ha osservato ciò che avviene nel settore delle vendite, per esaminare il fenomeno del lavoro emotivo e le sue conseguenze.
https://www.gazzetta.it/salute/31-03-2025/fingere-emozioni-al-lavoro-fa-male-alla-salute-mentale-lo-studio.shtml
Pubblicata la Decisione di Esecuzione della Commissione 13 febbraio 2025, n. 286 che prevede aggiornamenti ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dal Regolamento europeo 2016/425 sui Dispositivi di Protezione Individuale. (da Puntosicuro.it)
https://www.puntosicuro.it/dpi-C-55/aggiornamenti-alle-norme-armonizzate-sui-dpi-AR-25299/
Intelligenza artificiale, consultazione pubblica online del ministero del lavoro
Il ministero del Lavoro ha avviato una consultazione pubblica online su una bozza di documento che lo stesso ministero sta realizzando per fornire un sostegno a imprese, lavoratori, enti di formazione e intermediari, sull’uso dell’IA nel lavoro. La bozza ha titolo “Linee Guida per l’Implementazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel Mondo del Lavoro”. Il documento intende essere uno strumento pratico, in particolare per le Pmi, su come utilizzare l’Intelligenza artificiale in maniera produttiva e allo stesso tempo consapevole della centralità della persona.
Formazione, nuovo documento del ministero del Lavoro
Il 31 marzo 2025, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato la Circolare n. 8, che aggiorna e integra la definizione di “soggetto formato” precedentemente stabilita nella Circolare Anpal del 5 agosto 2022. Questo aggiornamento è parte integrante del Programma Nazionale per la Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL), finalizzato a rafforzare le politiche attive del lavoro attraverso la formazione e la qualificazione professionale. La nuova circolare fornisce indicazioni operative dettagliate sulle sette tipologie di attestazioni e certificazioni delle competenze, delineando i contenuti minimi e le modalità di verifica per ciascuna.
L’Ilo adotta una nuova versione del Codice di condotta sulla sicurezza e la salute nei porti.
Il nuovo testo rivede e aggiorna l’edizione del 2005, che a sua volta aveva sostituito due precedenti pubblicazioni dell’ILO: la “Guida alla sicurezza e alla salute nel lavoro portuale” del 1976 e “Safety and health in dock work” del 1977. Sebbene non sia uno strumento vincolante, il codice è progettato per fornire una guida pratica ai governi, ai membri dell’ILO e a tutte le figure responsabili della gestione, funzionamento, manutenzione e sviluppo dei porti. L’obiettivo principale di questo codice è elevare l’attenzione sui problemi di sicurezza e salute nei porti a livello globale, contribuendo al benessere dei lavoratori portuali.
Inail, il Centro Protesi vicino al trasferimento, ma rimarrà nei paraggi
Il Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio a seguito dell’alluvione dell’ottobre scorso e dato l’alto rischio, ormai conclamato, connesso alle caratteristiche idrogeologiche dell’area, verrà presto trasferito. L’area prescelta per il nuovo polo è alle porte di Budrio e soddisfa tutte le caratteristiche richieste da INAIL, dal quale si attende ora una risposta definitiva. In accordo con il Comune e con la Città metropolitana, la Regione intende convocare a breve un incontro di aggiornamento del tavolo per fare il punto e ribadire la comune volontà di tutti i livelli istituzionali di mantenere a Budrio il centro protesi.
È passato ormai un anno dalla strage di Suviana e la fase delle indagini non è ancora conclusa.
Tra i sindacati e i parenti delle sette vittime e degli otto feriti c’è molta sorpresa, se non vera e propria angoscia. Come è possibile? Sembra che l’ostacolo maggiore sia lo svuotamento dei piani sotterranei interessati dall’invasione dell’acqua. È da lì che dovrà partire la ricostruzione di quanto è realmente accaduto. I legali dei famigliari propongono di procedere, intanto, con quanto repertato e acquisire altre prove derivanti dalle riprese video.
Stefania Pisani, segretaria generale della Filctem Cgil di Bologna, ricorda a tutti come quella tragedia abbia colpito un settore considerato tra i più sicuri e sindacalmente presidiati, mettendo in luce un cambiamento profondo nel sistema produttivo ed economico italiano. “Capire cosa è accaduto – dice – è importante affinché simili tragedie non si ripetano”.
È la catena degli appalti e delle esternalizzazioni a finire sotto accusa, come ormai si verifica con sempre maggiore frequenza. La tragedia è avvenuta in un momento di vertenza con Enel, durante la quale i lavoratori denunciavano già i pericoli connessi all’esternalizzazione di competenze strategiche: più dell’80% dei lavoratori aveva partecipato a uno sciopero pochi giorni prima dell’incidente, proprio per lanciare l’allarme sulla sicurezza. Si notavano segnali precisi in un settore molto delicato: squadre quasi sempre incomplete per mancanza di organico, tempi di lavoro molto veloci, manutenzioni diradate.
Pisani denuncia il rischio crescente causato dalla perdita di professionalità interne e dalla pratica di richiamare in servizio, tramite consulenze, lavoratori già in pensione. Una dinamica che, secondo il sindacato, finisce per minare l’intera filiera della sicurezza industriale. Non a caso tra le vittime dell’esplosione della centrale idroelettrica ci sono due lavoratori già posti in quiescenza.
Ma nella drammatica storia di Bargi c’è anche dell’altro, come i progressivi disinvestimenti delle aziende del settore, preoccupate delle incertezze legate alle scadenze delle concessioni idroelettriche, trasferite alle Regioni con la legge del 2018. “Quando tali concessioni andranno a gara – dice Ilvo Sorrentino, segretario nazionale della Filctem – non saranno previste né garanzie sugli investimenti né tutele occupazionali. E stiamo parlando degli impianti più vecchi d’Italia”. Senza contare che i buchi nella normativa creano di fatto una giungla. I controlli mancano. E anche se dovessero essere potenziati si correrebbe il rischio di non appurare bene il profilo dell’illegalità perché, è sempre il sindacato a denunciarlo, il maquillage è di alta scuola. Pisani ribadisce l’urgenza di una verità rapida e completa su quanto accaduto, sottolineando come la questione non sia solo tecnica, ma profondamente politica e sociale: “I tempi della verità non sono un dettaglio, sono una questione di dignità”. Vi costituirete parte civile? “Abbiamo intenzione di farlo – risponde Pisani – ma prima aspettiamo la conclusione delle indagini”. Per il momento i reati ipotizzati sono disastro colposo, omicidio plurimo e lesioni gravi.
Sebbene sia diventata popolare solo quando gli Stati Uniti l’hanno celebrata per la prima volta il 28 aprile 1989, la Giornata della Memoria dei Lavoratori era stata celebrata diversi anni prima in Canada, nello stesso giorno.
Nel 1985, il Congresso Canadese del Lavoro dichiarò il 28 aprile giornata annuale di commemorazione, in occasione dell’anniversario della legge sugli infortuni sul lavoro (Workers’ Compensation Act) firmata nel lontano 1914. Forse, l’impopolarità associata alla prima celebrazione canadese può essere attribuita al fatto che veniva celebrata con un nome diverso, seppur simile. A prescindere da chi l’abbia celebrata per la prima volta, la giornata è stata ispirata dalla promulgazione dell’Occupational Safety and Health Act nel 1970 e dalla costituzione dell’OSHA (Occupational Safety and Health Administration) il 28 aprile 1971.
Fu l’American Federation of Labor e il Congress of Industrial Organization (AFL-CIO) a dichiarare il 28 aprile Workers’ Memorial Day per onorare le migliaia di persone che hanno subito infortuni o perso la vita sul lavoro. Il Regno Unito seguì l’esempio con la propria celebrazione nel 1992. La festività ha ottenuto un riconoscimento internazionale solo tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo. A partire dall’adozione della festività da parte dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) nel 2001, molti paesi partecipano attivamente alla sua celebrazione, e alcuni ritengono opportuno conferire alla festività lo status di festa nazionale. Inoltre, dal 1996 si è iniziato ad assegnare temi annuali alla celebrazione della giornata.
Questa celebrazione è parte integrante della Strategia globale sulla sicurezza e la salute sul lavoro dell’OIL, come documentato nelle Conclusioni della Conferenza internazionale del lavoro del giugno 2003. Uno dei pilastri principali della Strategia globale è l’advocacy; la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro è uno strumento importante per sensibilizzare l’opinione pubblica su come rendere il lavoro sicuro.
Oggi sono circa 100 i paesi che partecipano alle commemorazioni. In Canada, dove il livello dei decessi legati all’attività lavorativa è ancora alto, oltre ad aver istituito un minuto di silenzio, è nata l’iniziativa “Lighthouse”, che offre informazioni essenziali in 21 lingue, tramite guide informative scaricabili , con suggerimenti, quiz e link, per aiutare tutti i lavoratori a comprendere i propri diritti e doveri nei luoghi di lavoro dell’Ontario.